Il corporativismo e gli avvocati
Questa mattina presso il cinema Rouge et Noir di Palermo si è svolta un'assemblea straordinaria degli avvocati del capoluogo siciliano.
Per giorni, il presidente del consiglio dell'ordine ha inviato email a tutti gli iscritti, insistendo sulla necessità di una numerosa partecipazione. Il numero di email e la loro frequenza sono stati così elevati da superare di molto il limite dello spam.
Con astuta mossa padronale (direbbe Fantozzi) il consiglio ha stabilito che la partecipazione all'assemblea varrà ben 6 punti in materia di deontologia ai fini della formazione obbligatoria per l'anno 2011. Chi non è avvocato non può comprendere a pieno questa chicca... diciamo che in pratica è come se avessero regalato una cinquantina di € ad ogni partecipante!
Le assemblee del consiglio dell'ordine, infatti - teoricamente aperte ad ognuno dei 4.000 iscritti del distretto di Palermo - sono in genere frequentate solo dagli avvocati (pochi) che partecipano in prima persona alla gestione del consiglio, ma questa volta eravamo veramente tanti.
Questa volta la posta in gioco era troppo alta. Ecco l'annuncio:
"E' indetta, con procedura d'urgenza, per il giorno 10 dicembre 2011, in prima convocazione alle ore 8,30, ed in seconda convocazione alle ore 9,30, presso la sala del Cinema Rouge et Noir, Piazza Verdi - Palermo, l'Assemblea Straordinaria degli Avvocati di Palermo, con il seguente ordine del giorno
1. Esame delle modifiche alla Legge Professionale Forense ex Legge 12.11.2011, n. 183 (Legge di stabilità 2012).
2. Ipotesi di modifiche successive alla legge n. 183/11 di iniziativa governativa.
3. Deliberazioni conseguenti
All'Assemblea sono invitati a pertecipare i Deputati e Senatori Avvocati, eletti nella Provincia di Palermo
In considerazione del contenuto formativo ed informativo della predetta assemblea, ai partecipanti saranno riconosciuti n. 6 crediti formativi.
F.to Il Presidente
Avv. Francesco Greco"
Tradotto in italiano: dobbiamo decidere come protestare contro questo governo Monti che sembra avere tutta l'intenzione di riformare l'ordinamento forense e sembrerebbe volerlo riformare in senso liberale.
In effetti, Monti non solo ha scritto nero su bianco che vuole riformare gli ordini professionali, ma ha anche scritto che se non riuscirà a riformarli entro il 13 agosto 2012, questi saranno automaticamente aboliti!
Andiamo per ordine.
L'art. 10 della legge di stabilità 2012 (L. n. 183/11) recita:
"1. All’articolo 3, comma 5, alinea, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, le parole: «Gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto per recepire i seguenti principi:» sono sostituite dalle seguenti: «Con decreto del Presidente della Repubblica emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, gli ordinamenti professionali dovranno essere riformati entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto per recepire i seguenti princìpi:».
2. All’articolo 3 del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, dopo il comma 5 è inserito il seguente:
«5-bis. Le norme vigenti sugli ordinamenti professionali sono abrogate con effetto dall’entrata in vigore del regolamento governativo di cui al comma 5».
3. È consentita la costituzione di società per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del codice civile."
Ed il c.d. decreto salva-Italia, all'art. 33 recita:
"1. All'articolo 10, della legge 12 novembre 2011, n. 183, sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 2, dopo le parole "sono abrogate con effetto dall'entrata in vigore del regolamento governativo di cui al comma 1", è aggiunto il seguente periodo: "e, in ogni caso, dalla data del 13 agosto 2012";
b) dopo il comma 2, è aggiunto il seguente: "2-bis. All'articolo 3, comma 5, lett. c), del decreto legge 13 agosto 2011, n. 138, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, le parole "la durata del tirocinio non potrà essere complessivamente superiore a tre anni", sono sostituite dalle seguenti: "la durata del tirocinio non potrà essere complessivamente superiore a diciotto mesi".
Bene, devo dire che quello che ho visto stamattina ha definitivamente confermato la mia antica convinzione che l'avvocato medio italiano è sostanzialmente un povero idiota... nel senso tecnico dico: ha un quoziente di intelligenza basso!
Voglio dire, era prevedibile che gli avvocati di serie A, quelli privilegiati, quelli che per anzianità o rapporti di parentela o di amicizia godono di un parco clienti già bello e pronto, si sarebbero scagliati a muso duro contro questa manovra, come si sono sempre scagliati a muso duro e come sempre si scaglieranno a muso duro contro qualsiasi proposta volta a svecchiare il mercato ed a smantellare le posizioni di rendita.
Quello che però non avevo previsto è che anche i giovani avvocati figli di nessuno (quelli che lo studio non lo hanno ereditato e fanno gli schiavi di qualche avvocato più anziano) si schierassero contro le liberalizzazioni.
Non riescono proprio a capire (perchè non hanno l'intelligenza sufficiente) che i loro interessi sono del tutto confliggenti con quelli degli avvocati privilegiati.
Applaudono quando qualche vecchio dinosauro tuona contro la società di capitali tra professionisti, senza rendersi conto delle incredibili possibilità che tali società porteranno ai giovani avvocati che le sapranno sfruttare.
Applaudono quando qualche privilegiato si lancia nella solita tirata retorica da quattro soldi contro l'abolizione delle tariffe, senza capire che solo con una politica dei prezzi aggressiva potranno creare la loro clientela ed affrancarsi dal giogo del dominus.
Comunque... tra le varie proposte stramapalate (scioperiamo! Dimettiamoci in massa! Chiudiamo lo sportello del gratuito patrocinio! Sospendiamo dall'albo gli onorevoli-avvocati fin quando non fanno quello che vogliamo noi (sic!) mi ha colpito particolarmente (in negativo ovviamente) quella dell'avv. Gallo (anziano avvocato, ex presidente del Consiglio dell'Ordine): fondiamo il partito degli avvocati!
Eh si, un nuovo partito, il partito degli avvocati è proprio quello che ci vuole!
Quando pochi minuti dopo, il presidente dell'Ordine Avv. F. Greco ha detto al microfono (quasi testualmente): "nessuno ci può a ragione accusare di corporativismo", mi sono alzato e me ne sono andato... al diavolo i 6 punti di deontologia, io quel verbale di assemblea non lo firmo!
Ho fatto in tempo a capire, però, che il nuovo mantra (dopo "le tariffe minime garantiscono il cliente") è che dietro questi attacchi alle professioni ci sarebbe Confindustria, che complotta per accaparrarsi il mercato dei servizi legali.
Ma che minchiata!
Mi scuserete, ma io non riesco a trovare alcuna altra espressione per descrivere questa tesi.
Minchiate! Minchiate con il botto!
Gli imprenditori fanno semplicemente il loro mestiere. Se esiste un mercato, ci sarà un imprenditore che cercherà di accedervi... è chiaro, semplice e cristallino. Non c'è nessun complotto.
E' triste che nessuno di questi geniali avvocati si sia chiesto se la categoria di cui fanno parte è in grado di rispondere alle esigenze di una società moderna. Perchè, vi confido un segreto: non lo è!
Ad oggi, lo studio legale incentrato sul singolo professionista (anche quando attorno a lui girano tanti praticanti ed avvocati-schiavi) non è più in grado di rispondere adeguatamente alle richieste della società.
Le imprese cercano strutture meno rigide, più veloci, più dinamiche (l'avvocato italiano medio a malapena usa l'email).
I privati, invece, hanno sempre più bisogno di consulenze veloci e specifiche su piccoli problemi della vita quotidiana, sul contratto con il gestore di telefonia, sulla multa che hanno preso il giorno prima, sulla cartella esattoriale. I privati sempre più sono consumatori.
Ben vengano, dico io, gli imprenditori (sotto forma di soci di capitale) se introdurranno nel sistema la possibilità di creare studi dinamici ed impersonali, che possano rispondere via email in un'ora al massimo alle consulenze chieste dall'impresa di turno, o in chat possano consigliare il consumatore che dall'altra parte del Paese ha trovato lo studio via internet, su come comportarsi di fronte alla cartella esattoriale.
Ben venga il bancone al supermercato, con dietro un giovane avvocato, al quale i clienti dello stesso supermercato possano rivolgersi, mentre fanno la spesa, per sapere come devono fare per mandare a casa l'amministratore del loro condominio che si frega i soldi. Ben venga, perchè quel cliente potrà avere un servizio in più e ben venga perchè quel giovane avvocato, in questo modo avrebbe un lavoro non degno, di più! E sarebbe adeguatamente retribuito, invece che fare lo schiavo al servizio di qualche dinosauro.
- blog di Avv. Danilo Mongiovì
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Commenti
Grandissimo!
Grandissimo intervento. Condivido al 100%.
Ci dobbiamo svegliare!
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