Studio Legale Mongiovì

Informazione giuridica a cura dell'Avv. Danilo Mongiovì

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Come calcolare i termini



In una serie di due articoli, spiego tutto ciò che c'è da sapere sul calcolo dei termini processuali e non processuali, di prescrizione e di decadenza.

In questo articolo parlerò del calcolo dei termini in generale. Per il calcolo dei termini processuali leggi qui.


La legge, come è noto, spesso dispone che determinati atti debbano essere compiuti entro certi termini. In alcuni casi, il mancato rispetto di tali termini comporta la perdita della possibilità di compiere l'atto o la perdita di un diritto, con effetti, giuridici ed economici, disastrosi sulla sfera giuridica del soggetto.

E' quindi di importanza fondamentale, non solo per avvocati ed altri addetti ai lavori, ma anche per il comune cittadino, conoscere e sapere calcolare i termini.

1. Come si calcolano i termini in generale

La prima cosa che bisogna conoscere per potere calcolare un termine è la data di partenza, cioè il giorno esatto a partire dal quale il termine inizia a decorrere.

I giuristi chiamano la data di partenza "dies a quo". Si tratta di un'espressione latina che vuol dire più o meno "giorno a partire dal quale".

Individuata la data di partenza, bisogna controllare se si tratta di termine a giorni, a mesi o ad anni.

Ed infatti, la legge può stabilire la quantità del termine, facendo riferimento o ai giorni o ai mesi o agli anni del normale calendario.

Stabilito se si tratta di termine a giorni, mesi o anni, bisogna conoscere la direzione del termine. Cioè, bisogna controllare se il termine deve essere calcolato a ritroso o in avanti.

Quando un termine deve essere calcolato a ritroso, bisogna sottrarre, dalla data di partenza i giorni, i mesi o gli anni indicati.

Quando un termine deve essere calcolato in avanti, bisogna aggiungere, dalla data di partenza i giorni, i mesi o gli anni indicati.

1.1 Il termine a giorni

Quando il termine è a giorni, bisogna semplicemente aggiungere o sottrarre i giorni alla data di partenza, contandoli uno per uno, senza contare il giorno di partenza.

Per esempio, se voglio calcolare un termine di 5 giorni in avanti a partire dal 15 gennaio, devo aggiungere 5 giorni, contandoli ad uno ad uno, a partire dal 15 gennaio, senza contare il 15 gennaio, quindi:

  • 15 gennaio (la data iniziale non si conta)
  • 16 gennaio (+1)
  • 17 gennaio (+2)
  • 18 gennaio (+3)
  • 19 gennaio (+4)
  • 20 gennaio (+5)

Il mio termine scadrà il 20 gennaio.

Se voglio calcolare un termine di 5 giorni a ritroso a partire dal 15 gennaio, devo sottrarre 5 giorni, contandoli ad uno ad uno, a partire dal 15 gennaio, senza contare il 15 gennaio, quindi:

  • 15 gennaio (la data iniziale non si conta)
  • 14 gennaio (-1)
  • 13 gennaio (-2)
  • 12 gennaio (-3)
  • 11 gennaio (-4)
  • 10 gennaio (-5)

Il mio termine scadrà il 10 gennaio.

1.2 Il termine a giorni liberi

Quando un termine è a giorni, la legge in alcuni casi dispone che il calcolo sia fatto a giorni liberi.

Nel calcolo di termine a giorni liberi il giorno di arrivo non deve essere computato. Bisogna, cioè, saltare il giorno di arrivo. Ciò avviene, per esempio, per il calcolo di alcuni termini processuali (che spiergherò tra poco) a ritroso.

Un piccolo trucchetto per calcolare i termini a giorni liberi consiste semplicemente nell'aggiungere un giorno al termine indicato. Per esempio, se il termine è 10 giorni liberi, calcola il termine normalmente ma conta 11 giorni e così via.

Calcoliamo, per esempio, un termine di 5 giorni liberi, a ritroso, a partire dal 15 gennaio:

  • 15 gennaio (la data iniziale non si conta)
  • 14 gennaio (-1)
  • 13 gennaio (-2)
  • 12 gennaio (-3)
  • 11 gennaio (-4)
  • 10 gennaio (-5)(bene, questo è il giorno di arrivo, ma trattandosi di giorni liberi lo devo saltare e quindi arrivo al:
  • 09 gennaio (e questa è la data di scadenza del termine

In questo caso, quindi, il mio termine a ritroso di 5 giorni liberi scade il 09 gennaio.
Applicando lo stesso principio, un termine di 5 giorni liberi in avanti, a partire dal 15 gennaio, scadrebbe il 21 gennaio.

1.3 Il termine a mesi

Quando il termine è a mesi, bisogna aggiungere o sottrarre i mesi necessari, al numero del mese della data di partenza, lasciando intatto il giorno della data di partenza.

Per esempio, un termine di 2 mesi, in avanti, a partire dal 15 gennaio si calcola così.

  • 15/01 (questa è la data iniziale)
  • 15/02 (+1 al mese, lasciando il giorno intatto
  • 15/03 (+2 al mese, lasciando il giorno intatto

Il mio termine scadrà il 15/03, cioè il 15 marzo.

Calcoliamo adesso lo stesso termine a ritroso:

  • 15/01 (questa è la data iniziale)
  • 15/12 (-1 al mese, lasciando il giorno intatto
  • 15/11 (-2 al mese, lasciando il giorno intatto

Il termine scadrà il 15 novembre dell'anno precedente a quello della data iniziale.

Quando nel mese di arrivo non è presente il giorno di partenza, allora il termine scade nell'ultimo giorno di quel mese.

Per esempio, proviamo a calcolare un termine di 1 mese in avanti a partire dal 31 gennaio.

  • 31/01 (questa è la data iniziale)
  • 31/02 (+1 al mese, lasciando il giorno intatto)

Ovviamente il 31 febbraio non esiste, pertanto, il termine scadrà il 28 febbraio o il 29 febbraio se l'anno è bisestile.

Allo stesso modo, un termine di un mese in avanti a partire dal 31 agosto scadrà il 30 settembre, perchè il 31 settembre non esiste.

La stessa regola si applica nel calcolo a ritroso. Così un termine di un mese a ritroso a partire dal 31 marzo scadrà il 28 o il 29 febbraio.

1.4 Mai convertire i termini a giorni in termini a mesi o viceversa

Da quanto ho spiegato fino ad ora, risulta evidente che i termini a giorni e quelli a mesi si calcolano con sistemi differenti e non si deve mai cadere nella tentazione di convertire i termini a giorni in mesi, per esempio pensando che un termine di 90 giorni equivalga ad un termine di 3 mesi; ciò perchè, ovviamente, i mesi non sono tutti di 30 giorni.

Infatti, un termine di 90 giorni a partire, per esempio, dal 15 marzo 2016, scadrà il 13 giugno 2016, mentre un termine di 3 mesi, a partire dalla stessa data, scadrà il 15 giugno 2016.

1.5 Il termine ad anni

Per calcolare un termine ad anni , bisogna aggiungere o sottrarre, a seconda della direzione del termine, il numero richiesto di anni dalla data iniziale, lasciando intatti il giorno ed il mese.

Per esempio 2 anni in avanti a partire dal 15 gennaio 2016:

  • 15/01/2016 (questa è la data iniziale)
  • 15/01/2017 (+1 all'anno, lasciando il giorno ed il mese intatti
  • 15/01/2018 (+2 all'anno, lasciando il giorno ed il mese intatti

Il termine scade il 15 gennaio 2018.

Come avviene per il calcolo a mesi, se il giorno di arrivo non esiste, il termine scade l'ultimo giorno dello stesso mese. Queste situazioni possono verificarsi quando il termine corre da un anno bisestile ad un anno non bisestile o viceversa.

Per esempio, il 2016 è un anno bisestile, quindi un termine di un anno in avanti a partire dal 29 febbraio 2016 scadrà il 28 febbraio 2017.

1.6 I giorni festivi

Quando un termine scade in un giorno festivo, la scadenza è di diritto (cioè automaticamente), prorogata al primo giorno lavorativo utile.

Come è noto, oltre ai normali giorni festivi previsti dalla legge (2 giugno, 25 e 26 dicembre ecc. ecc.), anche le domeniche sono considerate giorni festivi.

Facciamo un paio di esempi:

Il 2 giugno è un giorno festivo, la festa della Repubblica, quindi se un termine scade il 2 giugno, la scadenza è spostata di diritto al primo giorno non festivo utile. Questo può essere il 3 giungo, ma se il 3 giugno è domenica, allora la scadenza sarà prorogata di diritto al 4 giugno.

Lo stesso meccanismo si applica per i termini a ritroso, con l'ovvia differenza che la proroga andrà indietro e non in avanti.

Quindi se un termine a ritroso scade il 2 giugno, la scadenza sarà prorogata automaticamente al 1 giugno.

Per la sola città di Roma, il giorno 29 giugno è considerato festivo, giusta espressa disposizione di legge.

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